—di Valeria Saggese—
Tornare a Parigi è sempre una gioia. Sono passati appena 4 mesi dagli attentati del 13 novembre e viverla col sole è una bella magia. L’aria che si respira è serena, direi piuttosto tranquilla. Nei giorni infrasettimanali non ci sono tantissimi turisti, forse perché è passata da poco Pasqua o forse perché davvero c’è gente che inizia ad aver paura di viaggiare. La bellezza è ovunque in giro per il mondo e qui a Parigi ce n’è davvero tanta. Non c’è bisogno di comprare nulla, basta osservare per riempirsi gli occhi. E’ davvero un peccato, a mio avviso, farsi prendere dalle ansie, dalle paure, perché chi ha paura di viaggiare non può vedere “bellezza”.
Saint Germain de Prés è il quartiere che preferisco, si trova sulla rive-gauche (riva sinistra della Senna) ed è qui che amo perdermi tra le gallerie d’arte e gli atelier di designer contemporanei. A Rue De Seine ce ne sono davvero tanti, così come sono tante le brasserie e i café. È proprio qui che a metà del XX secolo scrittori, filosofi e musicisti si incontravano facendo diventare questo luogo il centro nevralgico della vita intellettuale parigina.
Boulevard Saint Germain collega il 6° arrondissment con il 5° in cui si trova il quartier Latin, quartiere pieno di vita in cui si trova la famosa Università parigina Sorbone, situata vicino a le jardin du Luxemburg, dove i parigini amano trascorrere le loro domeniche tra fiori e giochi di fontane.
Proprio di fronte vi è le Pantheón, progettato da Soufflot sul modello di quello di Roma. In stile neoclassico, la sua cupola è molto simile a quella del campidoglio di Washington dc.
In questo luogo si respira la storia, al suo interno giacciono le spoglie di personaggi che hanno fatto grande la Francia, come Voltaire, Rousseau, Victor Hugo e il rivoluzionario Marat. Inoltre, fu proprio al Pantheon che Foucault realizzò con una dimostrazione scientifica la rotazione della Terra. Oggi si può ammirare la ricostruzione del pendolo e la sfera originale utilizzata per l’esperimento.
Da qui, percorrendo rue Saint Jacques, si arriva in pochi minuti a l’Île de la cité su cui sorge la cattedrale di Notre Dame. L’isola è collegata da nove ponti e Pont Neuf che si trova dal lato occidentale è il più antico.
Proseguendo la passeggiata lungo la rive gauche in direzione ovest, i miei occhi continuano a inebriarsi di bellezza. Tra bancarelle di libri e stampe antiche, dall’altro lato del fiume, sulla rive droite, si impone le Louvre.
Ci pensa il sole riscaldare la malinconia di una città così romantica e Pont des Arts è il luogo ideale per oziare e godersi il tepore primaverile. Sempre sulla rive gauche si trova le Musée d’Orsay, una pinacoteca che consiglio più del Louvre a chi adora come me la pittura impressionista.
La Tour Eiffel spezza l’aria con un’incredibile delicatezza. Rompe la monotonia degli splendidi edifici monocromatici creando un’ armonia architettonica di rara bellezza.
La si può scorgere da moltissimi angoli della città e dal quartiere collinare di Montparnasse la si può ammirare nella sua interezza. Ci troviamo nella parte nord della città. La basilica du Sacré Coeur domina la collina di Montparnasse. Il suo colore bianco spicca a qualsiasi ora del giorno.
Questo era il quartiere degli artisti, dei pittori; oggi è sicuramente più globalizzato ma i colori e gli scorci di questa collina vale sicuramente la pena vederli. Sulla scalinata della basilica ci sono sempre tanti ragazzi e improvvisano a turno concerti e jam session.
Per chi non ha voglia di scendere altri 300 gradini, può prendere la funicolare che in pochissimi minuti porta giù dalla collina. In poche centinaia di metri, si può raggiungere Pigalle. Qui, tra sexy shop e nightclub, sorge il Moulin Rouge.
Molti dicono che Parigi non è Parigi senza gli Champs-Elysées: A dire il vero io non li amo molto però è una tappa d’obbligo per chi arriva per la prima volta nella capitale francese. Si trovano sulla rive droite (riva destra della Senna) tra L’Arc du Triompe e place de la Concorde. Sono dei viali larghi con i negozi, una volta di lusso, oggi, si trovano anche le solite catene commerciali di media e bassa fascia. In questa zona, tra place de La Concorde e le Louvre c’è una bellissima macchia verde: Le jardin de Tuileries, un parco che adoro.
Restando sempre sulla rive droite, attraversando rue Saint Honoré, si può giungere a Place Vendome. Questa zona è piena di negozi di lusso e nella piazza spiccano le gioiellerie più antiche di Parigi. Siamo a poche centinaia di metri dal teatro de l’Opéra Garnier. Nella contemporaneità della città ci sono delle cose che sono rimaste intatte nei secoli, come gli abitanti che tornano da lavoro con la famosa baguette sotto il braccio. Evidentemente la comprano per cena, ma la maggior parte la inizia a mangiare per strada. Sarà la sua fragranza, il suo profumo o il fatto che viene posta nella carta del pane e lasciata scoperta a metà come da tradizione.
Oltre a place de la Republique, diventata in questi ultimi mesi simbolo della libertà e della dignità dei parigini che non abbassano la testa, è interessante attraversare anche place de la Bastille, su cui un tempo sorgeva la fortezza abbattuta dai rivoluzionari. Qui vi è L’Opera Bastille, secondo teatro parigino dopo l’Opera Garnier e il più grande d’Europa per capienza. Anche la zona orientale di Parigi è molto interessante, ovviamente ci allontaniamo molto dall’ architettura classica, ma sorgono l’Accorhotels Arena in cui si svolgono i concerti e la Bibliothèque National de France che è una delle più grandi del mondo con più di 30 milioni di volumi.
Le mie giornate iniziano sempre con una promenade a boulevard Saint Germain de Prés: Al café Mabillon mi piace fare il tipico petit dejeuner, mentre la sera mi piace scegliere tra le brasserie di Rue de Bucy e Rue de Seine. In questo quartiere tipico ed elegante si respira sempre un’atmosfera pregna di arte e di storia, tra le biciclette e i balconcini in ferro battuto adornati con fiori colorati mi riconcilio con il mondo.
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