—di Giuliana Moscati—
Il mio percorso, la mia evoluzione di viaggiatore ha per protagonisti due santi: Santiago di Compostela e Sant’Alessio con Vialone. Il primo, invocato e anelato durante il Cammino di 468 km che mi ha portato a piedi fino al santuario in Spagna; il secondo, benedetto e ringraziato nelle belle giornate di primavera trascorse con mio figlio nell’oasi naturalistica a lui dedicata in provincia di Pavia.
Sono una viaggiatrice instancabile, dedicata da sempre al culto per il viaggio, inteso come scoperta, ricerca, conoscenza. Per tutta la vita ho amato i viaggi itineranti, quelli che ti riservano sorprese ogni giorno e in cui ogni giorno non sai dove dormirai il successivo.
Poi nella mia vita è entrato Nic, mio figlio. Un bambino. Una specie del tutto sconosciuta per me, che fino ad ora avevo sempre tenuto alla larga. Però Nic è simpatico, e qualche giorno fa, a 4 anni mi ha fatto il più bel regalo che potessi immaginare. Mi ha detto che da grande vuol fare il pilota di aerei, “così porto mamma a fare il giro del mondo”!
Viviamo in Campania, e da quando era poco più di un neonato, abbiamo iniziato a visitare i luoghi simbolo del nostro patrimonio storico e artistico.
Nic a quattro anni conosce già gli scavi e il MAV di Ercolano, le rovine di Pompei e i Templi di Paestum. Siamo già saliti insieme sul Vesuvio, abbiamo visitato il museo ferroviario di Pietrarsa e l’orto botanico di Napoli.
Sono convinta che l’educazione alla bellezza e al gusto vada incoraggiata fin da piccoli.
I nonni vivono a Pavia, e noi almeno una volta all’anno veniamo a trovarli. Di norma a maggio, quando lungo il Ticino, si può godere della fioritura delle acacie e dei pioppi, prima che arrivi l’assalto delle fameliche zanzare.
A 10 km da casa, c’è l’oasi di Sant’Alessio con Vialone. Un castello rinascimentale con un grande parco, dove trascorrere una giornata all’aria aperta, tra giochi e osservazione della natura.
Il parco, di proprietà privata, è il sogno visionario Antonia e Harry Salamon, che 40 anni fa iniziarono a provare il ripopolamento di specie autoctone. Oggi è facile imbattersi nelle cicogne che nidificano sugli alberi, ma anche sui vicini campanili; covano le uova e crescono i loro piccoli. Si può ammirare la lontra, gli aironi, le spatole e numerose altre specie di pesci e volatili. Oltre ad assistere allo spettacolo del volo dei falconi addestrati alla caccia.
Un paradiso insomma, per gli amanti della natura e per i bambini, che hanno a disposizione tanto spazio per correre, tanti giochi su cui divertirsi e alberi su cui arrampicarsi. Un paradiso anche per gli appassionati del barbeque. La domenica infatti l’area pic nic viene invasa dall’odore inconfondibile di brace. Sulle enormi griglie viene arsa legna e arrostita carne a profusione.
A fine giornata, Nicola è stanco e felice. Ha imparato tante cose nuove, vissuto esperienze singolari e accresciuto il rispetto per la natura. Io sono felice perché vederlo interessato e libero dà un senso alla fatica di cercare continuamente nuovi stimoli per lui.
Insomma, l’importate è trarre il bello anche nella vita da viaggiatrice 2.0. E studiando la storia del castello di Sant’Alessio, scopro che dal 1651 al 1796 ha dato rifugio a molti pellegrini che percorrevano la via Francigena. Quindi, infondo non è poi così distante da Santiago de Compostela.
L'articolo Da Santiago a… Sant’Alessio. Prima ricercatore solitario di bellezza, poi mamma in viaggio sembra essere il primo su Viaggiando Scoprendo.
Fonte: http://www.viaggiandoscoprendo.it/santiago-santalessio-ricercatore-solitario-bellezza-mamma-viaggio/
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