Questo lungo viaggio sta giungendo al termine, mancano esattamente 41 giorni all’arrivo, non riesco a credere che ho percorso l’Italia a piedi e non so ancora spiegarmi dove ho trovato la forza per compiere questa bella ma estenuante missione.
Ultimamente tutto è molto più difficile… è come quando corri una maratona: 38 km di corsa senza sentire la stanchezza e poi, negli ultimi chilometri, pensi di non farcela più ma forse questa volta ce l’ho già fatta.
Quest’anno ho camminato con qualsiasi condizione atmosferica: dai temporali della Liguria con la grandine così grossa da causarti ematomi, al sole cocente della Sicilia in pieno agosto, ai sentieri dell’astigiano così saturi d’acqua da trasformare il fango in una trappola appiccicosa che con il suo effetto ventosa tenta sempre di rubarti le scarpe.
Ora la neve, adesso fa davvero freddo.
Si, fa così freddo che la bottiglia d’acqua che porto nella parte esterna del mio zaino è talmente ghiacciata che devo sorseggiarla piano piano per non congelarmi il cervello: quella sensazione che accade quando si mangia un gelato troppo in fretta, il così detto brain freeze.
In questa stagione è difficile trovare un equilibrio termico, per questo ho deciso di indossare 2 giubbotti: la tipica tecnica di “vestirsi a cipolla” ma la salita mi fa sudare e se tolgo un giubbotto, ho freddo, se lo tengo sudo e quando mi fermo per più di un minuto il sudore mi si congela sulla pelle.
Ma la cosa peggiore è il vento.
Tagliente come un rasoio, più spira forte più ti penetra ovunque: dalle scarpe lo sento mordermi le dita dei piedi, riesce a salire tra i calzini ed i pantaloni. Neppure 2 giubbotti lo fermano, li trapassa, si insinua persino sotto la maglia termica, ci sono forze della natura come alcune situazioni della vita che non si possono fermare o cambiare, io ho imparato ad accettarle.
In questi giorni, ciliegina sulla torta ha cominciato anche a nevicare. E’ bellissimo camminare con il bianco che ti circonda e copre tutto con una bianca coperta che sembra mettere tutto a dormire ma il bello non scalda.
La sciarpa che mi copre naso e bocca a volte mi impedisce di respirare come vorrei e quando la abbasso un po’, l’aria ghiacciata sembra congelarmi il naso ed i polmoni.
Spesso mi tolgo i guanti per prendere appunti, vorrei scrivere un libro sulle incredibili esperienze di questo viaggio ma le mie mani dopo 5 minuti perdono sensibilità.
Comunque sia, per andare avanti, come a volte mi ripeto centinaia di volte è necessario pensarla positivamente.
Cosa c’è di positivo nel freddo? Beh, si cammina molto più velocemente, quasi si vola, non c’è riscaldamento migliore dell’attività fisica.
Domani è un altro giorno, altri 24 chilometri con il mio amico zaino sostenuto dal carrellino con le ruote quasi completamente consumate ma non le cambio fino alla fine. Si, la fine che può diventare un altro inizio.
Fonte: http://blogdiviaggi.com/blog/2017/01/08/il-vento-la-pioggia-la-neve/
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